Am fost sfătuit să caut mai întâi în colecția de Actes et documents du saint siege relatifs a la seconde guerre mondiale site: vatican.va, în cele 11 volume publicate până acum, unde am găsit câteva zeci de rapoarte făcute de Nunțiul Apostolic de la București, ANDREA CASULLO. În volumul 9 de documente am găsit și raportul depus de Nunțiul Apostolic în urma vizitei sale în Transnistria, unde a avut drept scop să verifice în ce condiții trăiau prizonierii de război și deportații politici „non-ariani”, adică evrei. Transcriu întocmai acest document, peste câteva zile voi veni și cu traducerea în limba română.
ANDREA CASULLO face o prezentare favorabilă autorităților românești, răspunzătoare de soarta persoanelor pe care se angajase să le îngrijească. În ce ne interesează pe noi, CASULLO nu pare deloc să se fi întâlnit cu o comunitate de evrei supuși unui regim de exteminare. Dimpotrivă, autoritățile românești se arată dispuse la orice măsură de ameliorare a statutului evreilor strămutați din Basarabia și alte teritorii și localități din România în Transnistria, iar doleanțele acestora nu privesc aspecte esențiale ale existenței. Singura problemă importantă era aceea a copiilor orfani, autoritățile românești fiind gata să sprijine orice soluție valabilă propusă de partea „adversă”!
ANDREA CASULLO depune în fața posterității mărturia sa!
În câteva cuvinte CASULLO acoperă și durerosul subiect al comportamentului evreilor în postura de colaboratori ai Armatei Roșii la distrugerea Basarabiei.
Și ne oferă în finalul raportului și o informație deosebit de importantă: numărul evreilor strămutați în Transnistria: 75.000 de evrei au fost angrenați în această măsură de protecție imaginată de regimul Antonescu, în consens absolut cu ce se petrecea în plan internațional cu persoanele și grupurile umane suspectate de lipsă de loialitate față de guvern, față de Țara respectivă. Nici vorbă de sutele de mii de evrei deportați în Transnistria spre a fi exterminați, inventați de evrei iresponsabili și sperjuri.
Arhiva Vaticanului oferă și alte documente cu privire la Transnistria, la care am ajuns deja sau care ne așteaptă să le identificăm și să le publicăm.
Pe curând.
Ion Coja
180. Le nonce A. Bucarest Cassulo au cardinal Maglione Rap. nr. 9923/43 (A.S.S. 66534, orig.) Bucarest, 9 mai 1943
Visites du Nonce aux prisonniers de guerre et intern& civils.
Sono tornato felicemente, grazie a Dio, dal mio viaggio in Transnistria ove ho visitato vari campi dei prigionieri di guerra e concentrati civili non ariani.
1 stato un viaggio lungo e assai faticoso. Soltanto per l’assistenza e le speciali facilitazioni usatemi dal governo è stato possibile effettuarlo e coi migliori risultati. Prima di partire, come ho già accennato in un mio precedente rapporto, ho inviato a tutti i prigionieri, ufficiali e soldati, il messaggio pasquale del Santo Padre, comunicando la Benedizione Apostolica e l’attestato della Sua paterna generosità. Un milione di Lei è stato messo da mons. Nunzio a disposizione delle autorità rumene per un pasto speciale che è stato preparato nella seconda festa di Pasqua. Anche On répondit au Délégué le 22 mai 1943 (tel. RI. 375). 1 Voir nr. 72; voir aussi Ecclesia 2 (1943) juillet, p. 51-54. 282 ?) 9 MAI 1943 trentacinque mila immagini sacre crano state inviate col messaggio dell’Augusto Pontefice Passato al campo principale 3 ove i prigionieri erano intenti al lavoro, mi 6 stato presentato un gruppo di ufficiali che mi erano stati additati come privi di ogni idea religiosa. Avvicinati paternamente, ho rivolto loro la parola richiamandoli, nel modo più delicato, ai principi della Pede, dicendo che eravamo tutti fratelli, che avevamo un Padre comune nel cielo, e che in Roma avevamo pure un padre che in un solo sentimento di carita ab braccia tutte le nazioni e tutti i popoli. A voi ho detto Egli mi manda per benedirvi, per assicurarvi che si interessa di voi .
Visto che cominciavano a sorridermi, ho dato loro la mano che tutti hanno baciato con grande rispetto. In un altro reparto, ho incontrato dei prigionieri che lavoravano. Sospeso per un momento il lavoro, ho parlato anche ad essi paternamente, e, chiesto se si ricordavano ancora delle preghi ere imparate dalla loro madre, mi sono subito accorto di avere toccato vivamente il loro cuore. Invitati a pregare, hanno tutti, in coro, intonato il Paternoster, canto solenne che ha impressionato profondamente tutti i presenti.
Dopo la visita ai prigionieri, ho visitato il reparto dei concentrati civili non ariani. È un’opera, anche questa, alla quale il Governo rumeno, dedica le sue sollecitudini facendo quello che 6 possibile perché abbiano il necessario per la vita, per gli abiti, per la salute. L’opera è ridotta, modesta, ma non manca di avere tutte le cure che esigono la loro condizione e circostanze del momento.
Sono passato in tutte le stanze, nei laboratori, interessandomi dei bisogni dei concentrati, che ho poi adunati rivolgendo loro parole di circostanza, accentuando che ero là in mezzo ad essi per incarico del Santo Padre che non li dimenticava nel Suo interessamento paterno, desideroso di far sentire anche a loro la Sua carità. Ho visto sul volto di tutti un raggio di vera gioia e di grande soddisfazione. […].
4 In Odessa pure ho avuto cura speciale dei concentrati. Sono essi in un bel fabbricato e lavorano in vari reparti: falegnami, sarti ecc., e mi è parso che siano ben provveduti del necessario. Da Bucarest, la centrale ebrea invia là indumenti e vari oggetti convenienti ad ogni 2
Omises des informations détaillées sur les compagnons roumains du voyage, qui commença le 27 avril. 3 A Tiraspol. 4 Omis des détails sur une visite A. la forteresse de Tighina et sur la réception Odessa. 283 [] à 9 MAI 1943 classe di persone. Tutti i concentrati, sospeso per un momento il lavoro, sono venuti davanti a me per ascoltar la mia parola. Quando ho annunziato ad essi che il S. Padre mi mandava per incoraggiarli e dar loro una prova del suo paterno interessamento, ho veduto che una grande gioia era scesa nel loro cuore.
Fatta una visita al Governatore, nel palazzo molto bello e imponente nel quale egli esercita le sue alte funzioni, sono tornato con lui alla sua dimora per il pranzo ufficiale. Sono intervenute tutte le autorità. Governatore, per una considerazione speciale, ha creduto bene di far venire da Landau l’Oberftffirer degli SS-Kommando,5 desideroso che s’incontrasse col Nunzio onde vedere di togliere le difficoltà di carattere religioso. Dopo il pranzo infatti, ho avuto un colloquio con lui, presente il Governatore. Gli ho chiesto che si lascino passare il Bug i nostri sacerdoti per l’assistenza dei villaggi cattolici. Mi ha detto che ne avrebbe scritto subito al Comando Superiore di quella regione. Circa le relazioni con mons. Glaser, coi nostri sacerdoti, l’ho trovato ben disposto.
Il punto più scabroso è quello concernente attività del P. Pieger.6 Essi credono che sia il loro più forte oppositore, e su questo punto ho trovato difficoltà. Mi sono però inteso col Governatore e credo che col tempo, a poco a poco, anche questo ostacolo sarà in qualche modo superato. So che la parola franca, aperta del Nunzio ha lasciato nell’ufficiale superiore un’impressione buona.
La sera del 29 aprile sono partito ad ora tarda da Odessa, diretto a Chisinau, capitale della Bessarabia, ove sono arrivato la mattina seguente, verso le ore dieci, accolto dal Governatore Generale, da tutte le altre autorità. Chisinau, prima dell’invasione sovietica, contava circa 130 mila abitanti, in gran parte ebrei. Ora ne conta circa 50 mila ed è seminata di rovina. Tutte le case abitate dagli ebrei sono state bruciate e distrutte. I proprietari stessi, prima di abbandonare la cita e di ritirarsi con le truppe sovietiche, hanno dato il fuoco alle loro abitazioni. Anche la cattedrale « ortodossa », la stazione radio sono state distrutte. La cattedrale è già stata rifatta, la stazione radio è un cumulo di rovine. [..].7 5 Non identifié.
6 Nicolaus Pieger de l’archidiocèse de Bamberg, aumônier de la communauté allemande en Roumanie. Omis des details sur un service religieux à Chisinau et sur des visites particulières. 284 9 MAI 1943 Ad ora tarda sono tornato con mons. Robu 8 a Cernauti e nella notte sono partito per Moghilew. Questo centro importante ove trovasi un grande numero di concentrati civili, non era, a dir il yero, stato compreso nel programma, perché troppo distante e di non facile accesso; ma, pensando che quella visita era interessantissima per me sotto ogni aspetto, ho creduto bene dedicarci un giorno speciale, tanto piÙ che toccava cosi da vicino e direttamente lo scopo della missione che il Santo Padre mi aveva affidato.
E cosi, invece di continuare il mio viaggio verso Bucarest, sono tornato, per aliam viam, indietro, recandomi ancora una volta sul Nistro ove si trova Moghilew, ove un tempo si trovava una bella chiesa cattolica. Ora la città è piena di ebrei con- centrati, provenienti un pe) da ogni parte della Rumenia. È là anche un piccolo gruppo di Ruteni non cattolici. La mattina del 3 maggio è stata spesa tutta alla visita delle officine, dell’ospedale, di altri reparti, passando per quella città ove si vedono ancora le rovine lasciate dalle truppe sovietiche.
Nel centro della città ho incontrato un gruppo di poveri che chiedevano aiuto, lamentandosi della cattiva amministrazione di quelle autorità municipali ebree. Parlato col Prefetto che mi accompagnava, ho lasciato prima di partire 20 mila Lei perché venissero distribuiti a quella povera gente, non in danaro, ma in generi alimentari. […].9 Mgr Michel Robu (1884-1944), éveque de Iasi depuis 1925. 9 Omis des détails sur des visites à. quelques paroisses.
Le Nonce retourna a Bucarest le 5 mai 1943 et écrivit au Ministre des Affaires etrangères le 18 mai en lui signalant des cas particuliers (nr. 9938/43, Arch. Nonc. Bucarest): «Le problème des internés civils, le Gouvernement Royal roumain le sait encore mietix que moi, est tres complexe et tres grave. Pour ma part, j’ai fait de mon mieux pour porter dans les camps la parole de réconfort moral, dans le but de soulager ceux qui souffrent et en meme temps de coopérer à Pceuvre du Gouvernement qui s’efforce de résoudre les difficultés et répondre aux exigences du moment…
Sur 75.000 deportes juifs en Transnistrie, il y a environ 8.000 orphelins dont 5.000 ont perdu leurs deux parents. Parmi les demi-orphelins ceux restes sans pere sont les plus nombreux. On demande de bien vouloir étudier leur émigration en’Palestine. En attendant on pourrait les faire revenir en Roumanie el les confier aux soins de diverses familles juives… ». Il s’agit, semble-t-il, du projet Fildermann; W. Fildermann (1884-1963), voir Lexikon des judentums col. 207 et R.M.W. KEMPNER, Eichmann und Komplizen, p. 397-400.
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